Ti ricordo ancora: Monza-Lazio 3-4 (dcr), 23 agosto 2006

Per questo amarcord torniamo indietro nel tempo per raccontare un precedente tra Lazio e Monza, non disputato all’Olimpico, teatro della sfida di sabato 23 settembre, ma allo stadio Brianteo. Partita di Coppa Italia del 23 agosto 2006, vinta dai biancocelesti dopo i calci di rigore.

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Era un mercoledì post-ferragostano, ergo un mercoledì tutt’altro che “da leoni“.

Era una sera nevrotica, una nella quale gli echi del mondiale appena vinto dalla corte dei miracoli di Marcello Lippi (selezionata nell’epicentro del caos Calciopoli) non riuscirono ad influenzare più di tanto gli animi di un pubblico tutt’altro che bendisposto nei confronti di quell’artefatto legame di pseudo-fratellanza nato a Berlino dopo il rigore piazzato in fondo al sacco da Fabio Grosso.

Due “signori” seduti accanto a me, uno con la casacca del Monza ed un altro con quella della Lazio, dopo diversi insulti senza logica e senza senso, sfiorano una rissa che avrebbe rovinato la a tutti la serata.

Pensai, a seguito di un inevitabile sentimento di fastidio, che quei due, erroneamente convinti di essere gli unici presenti sugli spalti, solo poche settimane prima al già citato gol di Grosso avevano brindato allo stesso quarto titolo mondiale (magari incolonnati nello stesso “trenino” di auto e clacson).

Chiesi alla mia parte più razionale di respingere codeste inutili riflessioni per poter tornare a concentrarmi sullo spettacolo di una partita più interessante ed avvincente del previsto. Seppur a fatica, ci riuscii.

La Lazio, passata in vantaggio grazie a un gol del tuttocampista Luciano Zauri, stava faticando dinanzi a un Monza attento e combattivo a trovare la rete del raddoppio.

La partita raggiunse il 90’, il minuto più iconico per chi a suo tempo scelse di donare il proprio cuore a questo maledetto gioco. Tutto pareva finito ma come in una meravigliosa canzone del romano e romanista Antonello Venditti “… quando penso che sia finita è proprio allora che comincia la salita (che fantastica storia è la vita)”.

Al ’91 Matteo Beretta, attaccante del (e di) Monza, trovò il gol che spedì le squadre ai supplementari e i tifosi biancorossi in paradiso.

Mezz’ora dopo arrivarono i rigori: sbagliarono in tanti ma furono i nostri a fallire di più dal dischetto. L’errore decisivo fu di Beretta; il fato, per chi ci vuole credere, è proprio una fantomatica entità provvista di uno strano senso dell’umorismo.

Passò la Lazio del “Campione del Mondo”, nonché ex biancorosso, Massimo Oddo.

Lasciai lo stadio triste per il risultato e per nulla consolato dalla prestazione.

Il mio Monza, all’epoca in Serie C, aveva fatto tremare la Lazio di Claudio Lotito ma, seppur a testa alta, aveva perso e le sconfitte, da sempre, mi causano un considerevole fastidio.

Lungo la strada del ritorno mi fermai in un bar. Una bionda (alla spina) mi rimise al mondo.

A cura di Davide Seven Pollastri

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