Scrivere un Amarcord memorabile su Roma-Monza è come preparare un’ottima Cacio e Pepe: semplice sulla carta ma terribilmente complicato nella pratica.
Quella volta nel lontano 1952
Perché? Semplice: tra Roma e Monza ci sono solo 5 precedenti ufficiali. Quello più leggendario, e il “migliore” per il popolo biancorosso, non fu giocato a Roma bensì a Monza (il 28 agosto 1988).
Ok, dell’incontro disputato al crepuscolo dell’estate ’88 potrò scrivere tra qualche mese quando il calendario asimmetrico porterà la Roma in Brianza ma… oggi cosa posso raccontare? Il nostro Monza nella “Città Eterna” ha raccolto solo sconfitte.
Del 3-0 con cui i “Lupacchiotti” ci liquidarono il 30 agosto dell’anno scorso non scriverò nulla (perché un incontro disputato meno di 14 mesi fa non può essere considerato un vero “Amarcord” e, soprattutto, perché la ferita è ancora aperta). Ergo, non mi resta che tornare sull’incontro del 27 aprile 1952 allo stadio ‘Nazionale’ di Roma.
Roma-Monza 1-0, gol di Giancarlo Galli
La partita vide i giallorossi vincere 1-0 grazie ad un gol del montecatinese Giancarlo “Carlo” Galli, attaccante allampanato nonché amante del colpo di testa e della giocata “ad effetto”.
L’incontro, valevole per la trentunesima giornata del campionato cadetto 1951-52, fu una partita tutt’altro che banale. Entrambe le società, per la prima volta, si ritrovarono a disputare un campionato di Serie B.
Qualche mese prima, il 9 dicembre del 1951 (nel primo incontro ufficiale tra i due club) la formazione capitolina vinse a Monza con un 0-2 “griffato” da un gol di Stig Sundqvist (svedese medaglia di bronzo al mondiale del “Maracanazo”) e da un rigore realizzato da Arcadio Venturi (secondo Wikipedia il più anziano ex calciatore vivente ad aver giocato in nazionale). Per la Roma non fu solo il primo campionato di B ma anche l’ultimo perché, senza eccessive difficoltà, vinse il torneo.
Per il Monza del Presidente Pino Borghi, sconfitte con i capitolini a parte, fu un campionato da ricordare, il primo a suggellare una lunga serie di salvezze raggiunte, seppur tra mille sofferenze, con pieno merito.
A cura di Davide Seven Pollastri